LA NOSTRA STORIA, I NOSTRI COLORI

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1900 ARRIVANO GLI INGLESI

Il calcio a Palermo arriva dal mare, grazie all’influenza degli inglesi: funzionari del consolato, diplomatici e professionisti sbarcati in città per seguire i lavori dei cantieri navali. Anglo Palermitan Athletic & FootBall club è infatti il nome del primo sodalizio calcistico palermitano, costituito sotto l’egida del Consolato britannico. Il primo presidente è il viceconsole Edward De Garston. Primo capitano e allenatore è George Blake, lettore di sacre scritture, gestore del Sailor Rest, e già tra i fondatori del Genoa nel 1893. Il primo Palermo debutta con camicie biancorosse in onore alla Union Jack. È di Norman Olsen il primo gol, segnato in un’amichevole giocata il giorno di Capodanno del 1901. La squadra gioca poi in rossoblù fino al 1907, anno in cui debutta il rosanero sulle camicie bicolore. Tra le prime partite, le amichevoli con l’equipaggio dell’Erin di Sir Thomas Lipton. Si gioca nei campi di via Notarbartolo, e nella grande area della vecchia Villa Sperlinga.

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1910 COPPA LIPTON

Parte nel 1909 la più grande epopea del football meridionale dell’età dei pionieri: la Coppa Lipton. Si giocano sette edizioni, fino al 1915, sempre con Palermo campo principale delle fasi finali. Fino al 1913 si gioca in via Notarbartolo, poi ci si sposta al Ranchibile, primo stadio definibile come tale, costruito seguendo l’espansione urbana della città verso Nord. Tra i protagonisti, fenomeni come Turner e Wood, o il portiere Ribolla. Delle sette edizioni del trofeo, cinque vanno al Palermo e due al Naples, antesignana del Napoli. Il trofeo, poi misteriosamente scomparso, è una coppa sontuosa, alta quasi un metro, in argento, con la sagoma stilizzata di Lipton che cinge un pallone. Nel 1910, inoltre, il Palermo vince anche il Trofeo dei Mille battendo la Lazio in finale.

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1930 LA NUOVA CASA

Gli anni Trenta portano, almeno agli inizi, una fase di relativa serenità. Il Palermo ha vissuto diverse fusioni (Racing, Us Leoni, Libertas, Vigor) e una complessa ripartenza dopo la Grande guerra. Nel 1932 i rosanero hanno una nuova casa, lo stadio Littorio, inaugurato il 24 gennaio in Palermo-Atalanta 5-1. Progettato dall’architetto Giovan Battista Santangelo, e completato nel 1948, è stato sottoposto a ristrutturazioni nel 1984 (con la costruzione del secondo anello) e nel 1988-90 (per poter ospitare le partite del Mondiale e l’ampliamento del secondo anello). L’impianto – che cambierà nome più volte, Michele Marrone, Favorita, Renzo Barbera – è teatro della prima promozione del Palermo in Serie A, nel 1932.

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1940 LA MORSA DELLE GUERRE

Il decennio inizia con le maglie giallorosse: sono i colori municipali, che il regime aveva imposto in sostituzione del rosa (ritenuto poco virile), nell’ambito di una riforma autarchica del calcio italiano. Poi nel ’41 il crac: il Palermo è escluso dai ranghi federali. Emerge un altro club cittadino, la Juventina del generale D’Arle, dai colori biancazzurri, che si fonde con quel che resta del Palermo e con la denominazione Juventina Palermo (poi Palermo Juve) vince il campionato di I Divisione nel ’42. I tifosi chiedono a gran voce il ritorno al rosanero e il ripristino del nome Palermo, ma alla ventinovesima giornata del campionato di Serie B 1942-43 le bombe, ancora una volta, fermano il pallone.

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1950 RAIMONDO LANZA DI TRABIA

Con Raimondo Lanza di Trabia – inventore del calciomercato – si sogna: il Palermo sembra destinato a un posto tra le grandi. I beniamini rosanero sono, tra gli altri, Sukru, Martegani, Di Maso, De Grandi, ma soprattutto il danese Helge Bronée, ex giocatore del Nancy per cui vengono sborsati 40 milioni di lire. Acquisti spesso dibattuti… anche in duello: epico quello tra lo stesso Lanza di Trabia e il barone Alù, immortalato anche su una prima pagina de La domenica del Corriere. Nel 1959 nuovo balzo in Serie A con Vycpalek esordiente in panchina e Vernazza capocannoniere (19 reti) a infiammare la Favorita e scrivere pagine di storia rimaste indelebili.

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1960 L'EFFETTO ALTALENA

Cominciano i tempi dell’effetto altalena, che conduce il Palermo tra picchi di successi e delusioni. Nel 1962 il Palermo batte la Juventus (a Torino) 4-2: Prato, doppietta di Fernando e gol di Burgnich. Soltanto un anno dopo, il nero prevale ancora sul rosa: nel 1962-63 nuova retrocessione, con il segretario e factotum rosanero Salvatore Vilardo squalificato a vita per tentata corruzione nei confronti dell’arbitro siracusano Lo Bello. Ne segue una tempesta, con passaggi di gestione in gestione, ma la squadra a sopravvive in Serie B. Un acuto e una speranza allo scadere del decennio: il 14 dicembre 1969 il Cagliari di Gigi Riva, che alla fine di quel campionato si laurea campione d’Italia, paga dazio a Palermo. Vincono i rosa 1-0, gol dell’indimenticato Troja.

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1970 RENZO BARBERA

Alla presidenza del Palermo arriva Renzo Barbera. Una sola Serie A, nel 1972-73, ma dalla Serie B per ben due volte i rosanero lanciano la sfida alle big del calcio che conta. Il Palermo sfiora due volte la Coppa Italia, perdendola la prima volta a Roma ai calci di rigore contro il Bologna nel ’74, la seconda a Napoli contro la Juventus ai tempi supplementari. Segna il bomber Vito Chimenti nei minuti iniziali: più veloce addirittura del collegamento Rai che non fa in tempo a riprendere il gol del momentaneo vantaggio rosa ma solo l’esultanza. Nel 1977-78, invece, si sogna un ritorno in Serie A svanito nelle ultime giornate: un traguardo per cui i tifosi dovranno aspettare ancora. Durante la sua presidenza, Renzo Barbera stringe un legame profondo ed eterno con il popolo rosanero: un percorso che porterà all’intitolazione dello stadio alla sua memoria.

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1980 UNA NUOVA RINASCITA

La città spera nel ritorno in Serie A col Palermo di Renna e del bomber De Rosa (miglior marcatore con 19 reti e trofeo Chevron nel 1981-82). Premesse, invece, di una lunga sofferenza segnata anche dai due scandali calcioscommesse del 1980 e del 1986. Nel 1984 il Palermo retrocede in Serie C1, nel 1985 viene assassinato il presidente Roberto Parisi. Nel 1986 il Palermo è addirittura radiato: secondo la FIGC mancano le condizioni minime per l’iscrizione dei rosa in C2. Nonostante l’assenza del Palermo dal calcio, in un sondaggio lanciato dalla Domenica Sportiva, il Palermo (che quell’anno non esiste) fa parlare di sé come «squadra più amata d’Italia». La rifondazione nel 1987. Si riparte dalla Serie C2 col nome Unione Sportiva Palermo.

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1990 IL PALERMO DEI “PICCIOTTI”

Con gli anni Novanta il Palermo ritrova la sua casa, lo stadio della Favorita, ristrutturato in occasione di Italia ’90 dopo due anni di esilio forzato a Trapani. Nel 1991 dopo tre anni in Serie C1 il Palermo torna in Serie B. Ma è ancora “effetto altalena”, nel ’92 è nuovamente retrocessione. Appena un anno dopo, nel 1992-93 il Palermo realizza una storica doppietta, centrando la promozione in B e la vittoria della Coppa Italia di Serie C battendo in finale il Como. Arriva finalmente un trofeo, dopo che per tre volte (1988, 1990, 1991) anche la Coppa Italia di Serie C era sfumata in finale. Nel 1995, con Ignazio Arcoleo in panchina, l’Italia conosce il Palermo “dei picciotti”, un gruppo di giovani cresciuti nelle giovanili rosanero, appassionati e grintosi, tanto da battere in Coppa Italia il Parma che schiera stelle come Zola e Stoichkov.

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2000 L’ERA ZAMPARINI

Il decennio della doppia svolta societaria: a Giovanni Ferrara, nel 2000, segue Franco Sensi, patron della Roma. Con Sergio D’Antoni presidente i rosanero tornano in B nel 2001. Nell’estate 2002 inizia l’era Zamparini. I primi anni sono memorabili: con i gol di Luca Toni (50 in due campionati) nel 2004 il Palermo torna in Serie A dopo 32 anni. La città vive giornate di euforia. Un anno dopo, il Palermo conquista addirittura un piazzamento Uefa, impensabile fino a pochi anni prima. Al Barbera cadono tutte le big. Per alcune giornate del campionato 2006-2007 si pensa al Palermo addirittura come una potenziale squadra da scudetto. Nell’Italia campione del mondo in Germania, nel 2006, quattro sono i giocatori che vengono dal Palermo: Grosso, Barzagli, Zaccardo e Barone.

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2010 L’APICE E LA CADUTA

Il punto più in alto della sua storia il Palermo lo raggiunge tra il 2010 e il 2011. Prima la qualificazione in Champions League sfiorata , poi la finale di Coppa Italia contro l’Inter a Roma: il Palermo perde 3-1, rimangono le immagini dei 40 mila palermitani allo stadio Olimpico e la città di Roma invasa dai tifosi rosanero. Più avanti qualcosa cambia e inizia la fase discendente della gestione Zamparini. Gli esoneri degli allenatori diventano sempre più frequenti. Nel 2013 la squadra torna in Serie B, per una sola stagione. Ancora un acuto nel 2014-15, in Serie A ,con Dybala, Belotti, Vazquez. Poi la retrocessione del 2017, due stagioni in Serie B e il fallimento nell’estate 2019.

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2020 IL NUOVO CORSO E L’ERA CITY FOOTBALL GROUP

Si riparte dalla Serie D con Dario Mirri presidente. Radici e ali: identità e aspirazione, un “patto” con la città e i tifosi per affrontare le sfide del futuro. Il nuovo Palermo chiama a raccolta i palermitani e stabilisce un record storico di abbonati in serie D in Italia, 10.446. Nel 2020 la stagione viene interrotta a causa dell’emergenza Covid-19, ma il campionato di Serie D è vinto dal Palermo. Primo anno in Serie C tra le difficoltà della pandemia e gli stadi chiusi. Ma nel 2022 una rimonta straordinaria porta i rosanero a vincere i playoff in finale contro il Padova e tornare in Serie B. Negli stessi giorni, il club entra nella galassia City Football Group proiettandosi così verso un importante progetto di sviluppo a lungo termine. Nel 2023 la squadra comincia ad allenarsi nel nuovo centro sportivo di Torretta, il Palermo City Football Academy, inaugurato il 7 aprile 2024.